Una bella serata

Che bella serata, una sera con il M°DAIGO istituzione del judo mondiale, 10° dan KODOKAN. Il Maestro Daigo è il più anziano dei decimi dan KODOKAN viventi ottantenne, è il responsabile della conduzione del dojo KODOKAN.

Il Maestro Daigo era affiancato dal M° Nagai 6°dan e dal M° Matsumoto 5° dan.
Da tempo non mi emozionavo così, ho vissuto le olimpiadi i campionati del mondo e decine di gare e trofei internazionali, ma il Maestro è stato veramente… emozionante.
Eppure pratico ed insegno judo da oltre 40 anni.

Gentile e riservato come solo sa essere un maturo signore orientale, sentirlo spiegare una tecnica di judo, con la storia di quella tecnica, chi la inventata, perché è nata, con parole decise e profonde con la dolcezza di chi è profondamente padrone dell’argomento.

Ascoltavo il Maestro Daigo mentre pensavo ad un altro Maestro che ho seguito tanti anni fa “il Maestro Koike”. Conobbi “ Koike” quando avevo appena 16 anni, ebbene l’altra sera mi è sembrato di tornare ragazzo.

Dopo 4 ore passate sul tatami così velocemente tanto da non essermene accorto, siamo andati insieme a mangiare.

Essendo il nostro incontro a Modena non potevo non fare assaggiare ai miei amici giapponesi le nostre specialità e d’avanti a una buona bottiglia di lambrusco e alle nostre tigelle il Maestro ha risposto alle mie domande mentre il M°Nagai fotografava incuriosita il colore rosso del nostro vino.

DAIGO

…“L’importanza della competizione nei ragazzi, è un modo di crescere”…
…“Un allievo attraverso la competizione fortifica il suo carattere”…
…“Ma dopo la gara l’avversario non è un nemico ma un compagno che ti ha aiutato a crescere nella vita, un amico”.

Si Maestro è proprio così, ed è lo spirito che anima la nostra Scuola di judo e sono sicuro i miei ragazzi.

A fine serata il M°Nagai, mi fa cenno che il Maestro è stanco e vorrebbe ritirarsi.
Ci alziamo, ancora tanti inchini, mentre dai tavoli del ristorante alcune persone guardano incuriosite e non capiscono come mai d’avanti a quell’anziano Signore con il bastone,
tutta la gente in silenzio si inchina.

Saluti Maestro,
grazie ancora per questa bella serata passata insieme, fra un UKI GOSHI e un bicchiere di lambrusco, domani dovrà rientrare in Giappone al KODOKAN, grazie per le belle emozioni che ci ha fatto vivere… e lentamente sorretto dai Maestri giapponesi mi sorride e mi saluta.

M° Paolo Checchi

Il Sensei il Maestro

Il Sensei è colui che:

  • comunica a vari livelli con gli allievi e li arricchisce
  • consiglia e allo stesso tempo punisce
  • è un essere umano nel suo modo di controllarsi
  • merita rispetto è stato ed è sempre alla ricerca del DO
  • deve essere un buon maestro in grado di comunicare la sua conoscenza tecnica agli allievi
  • è in grado di giudicare gli allievi e i loro problemi con imparzialità
  • è più intransigente con chi ottiene progressi e più paziente con i principianti
  • sa ascoltare, a seconda dei casi, come maestro o come amico
  • controlla gli interessi degli allievi sia all’interno che fuori dal dojo, il loro comportamento con gli amici, con la famiglia, con il lavoro
  • può essere severo o compassionevole, ma sempre nell’interesse dei suoi allievi
  • è sempre attivo
  • dona agli altri
  • non cambia: i suoi ideali e i suoi principi rimangono sempre un punto fermo

Sensei ( “letteralmente: “Maestro”) è un termine giapponese che significa “maestro”.
Oltre a indicare i docenti scolastici, viene adoperato anche all’interno delle arti e tecniche tradizionali, dove il maestro spesso non viene visto come il semplice insegnante di nozioni, ma anche come un individuo dotato di autorità ed esperienza, ovvero un “maestro di vita”.

Il termine è adoperato anche per quelle personalità che, in ambito artistico, hanno raggiunto un notevole livello di eccellenza e popolarità: grandi registi, scrittori o artisti vengono quindi chiamati sensei.

L’espressione Sensei usa gli stessi caratteri della parole cinese pronunciata xiansheng in mandarino. Xiansheng è un titolo di cortesia che equivale a gentiluomo o signore.
In giapponese, è tuttora usato per maschi e femmine.

Ringraziamenti

Dott. Elena Barbarella

Avevo solo sei anni quando il judo mi ha stregata.
Ricordo che ogni sera, uscendo da scuola elementare,
mi affacciavo al portone lì vicino, quello della palestra San Mamolo dove si allenavano i giovani judoka.
Mi affascinava il bianco dei loro kimoni, l’agilità e la purezza dei loro movimenti,
ma la cosa che gli invidiavo di più era la possibilità di correre e saltare a piedi nudi per tutta la palestra, questo gli dava un strano potere che in quel momento identificavo con un senso di leggerezza infinito.

Così nascosta dall’uscio, passavo ore a guardarli mentre si esercitavano pensando che forse un giorno anche io avrei potuto essere abile come loro.

Sono passati quattordici anni da allora ed eccomi qui, cintura nera di judo ed è proprio quella federazione sportiva, quegli insegnanti e quei judoka che devo ringraziare per questo mio successo.
Il judo che ho appreso dai miei maestri è qualcosa di differente dalle altre discipline sportive imparate a scuola o a cui,
nel corso degli anni, mi sono sporadicamente avvicinata, oserei dire qualcosa di meglio.
In principio non capivo esattamente cosa volesse dire il precetto che mi veniva ripetuto continuamente dai miei istruttori: “il judo è la via più efficace per utilizzare la forza fisica e mentale”.

Poi, allenamento dopo allenamento, gara dopo gara, ho capito: Il judo è un complicato sistema di leve, basato su un attento ingranaggio in cui non è importante accumulare forza né accumulare tecnica, ma capire la tecnica che ti permette di utilizzare la forza in maniera migliore.
L’obiettivo dunque è quello di imparare, in maniera fluida, cos’è l’equilibrio per poi scoprire il tuo e infine riconoscere nel tuo compagno/avversario lo stesso equilibrio,
per scardinarlo in combattimento certo, ma anche per riconoscerlo in maniera empatica nella vita di tutti i giorni.

E’ anche questa esperienza sportiva, fatta spesso di sforzo, fatica e sofferti miglioramenti che mi ha portato a essere in grado di affrontare attivamente i diversi ostacoli che si sono frapposti tra me e gli obiettivi che via via mi sono data nel corso della mia vita e, qualche volta, anche a raggiungerli con molta soddisfazione.

Ringrazio quindi la mia palestra e i miei Maestri Paolo e Stefano che, attraverso l’impegno e l’energia dedicatami in mille allenamenti e gare,
mi hanno spinto e sostenuto permettendomi di ottenere questo tanto agognato risultato.

Grazie di cuore.

Elena

Disabilità e sport: un exequo importante

Dott. Irene Schiff

CONTINUANO I CORSI PRESSO L’A.S.D.VILLAGGIO DEL FANCIULLO

Capire di avere una mente, una mente che ci guida, capace di concentrarsi, di elaborare il pensiero, una mente che ci mette in comunicazione con il mondo,
una mente che dirige e coordina il nostro corpo.
Capire di avere un corpo, un corpo che si muove,che obbedisce ai nostri desideri, un corpo che permette di prendere possesso dello spazio dirigendosi dove lo comandiamo di andare.
Una mente ed un corpo che interagiscono con le altre persone, che ci permettono di salutare, di abbracciare; un corpo che a volte ci fa sentire diversi dagli altri perché,
invece che collaborare con noi, sembra entrare in antagonismo, non ubbidisce, addirittura ci ostacola, si blocca e ci blocca.
Una mente ed un corpo: incomparabili tesori che tante volte, troppe volte, diamo per scontati, non ne abbiamo la dovuta cura, anzi, li disprezziamo e li danneggiamo.
Una mente ed un corpo che alcune persone non possiedono nella pienezza delle loro potenzialità.
Eppure queste persone con mente e/o con il corpo che presenta handicap di varie gravità, provano emozioni, sentimenti come tutte le altre persone.
A volte non riescono a manifestarli completamente, ma i diversi stati d’animo sono ben presenti in loro e traspaiono dai loro gesti, dai loro visi.
Al centro Villaggio del Fanciullo, quando s’incontrano questi sportivi nelle palestre o nei luoghi di ristoro, si percepiscono le loro emozioni che sono di serenità, contentezza, gioia, ben-essere.

Questo importante complesso sportivo bolognese, sito a due passi dal centro eppure circondato dal verde, ha nel suo credo una particolare sensibilità verso i valori educativi e verso l’integrazione delle persone più svantaggiate. All’ombra dei grandi alberi, all’interno delle piscine, nelle palestre di judo, questi ragazzi in credito dalla vita,
hanno potuto ritrovare armonia inserendosi nel gruppo “Sportinsieme: abilità e disabilità nello sport” progetto portato avanti dal M° Paolo Checchi,
praticando nuoto e arti marziali, sport e discipline sportive insieme.

I loro alleati?

Tanti: Acqua che toglie loro parte della forza di gravità, da elasticità ai loro movimenti, li massaggia; il colore della cintura che potenzia la voglia di essere coordinati per avere la giusta presa e non farsi mettere a terra dall’avversario; istruttori preparati a livello professionale e umano che diventato sì loro maestri ma anche loro amici; un pulmino che li preleva e li riaccompagna a casa favorendo l’organizzazione delle famiglie.

Altro aspetto importante è lo spogliatoio.
Chi è sportivo sa che quando si parla di clima dello spogliatoio o di un bello spogliatoio non ci si riferisce agli indici del barometro o all’arredamento del luogo dove si indossano gli abiti sportivi, bensì ai rapporti camerateschi, d’amicizia che vi si creano.
Un bello spogliatoio contribuisce a fare di uno sportivo, uno sportivo migliore.

Tutto questo è stato reso possibile da un alleato veramente importante: la Fondazione Carisbo da sempre è particolarmente attenta a queste problematiche e che ha ritenuto opportuno seguitare la collaborazione con l’A.S.D. Villaggio del Fanciullo.

I risultati si percepiscono, si respirano, e più ancora che nelle parole si possono cogliere nei sorrisi entusiasti di questi sportivi che, se svantaggiati sotto alcuni aspetti, sono però super in tutti gli altri!

Irene Schiff

Il San Mamolo in meno di 800 caratteri

Dott. Gianluca Frascà

Il San Mamolo Judo è una realtà bolognese, da quasi quarant’anni, per l’educazione e la formazione di bambini e ragazzi nel Judo.

Questa società, ha sempre aiutato i giovani a crescere equilibrati nella mente e nel corpo con particolare attenzione all’educazione ed ai valori cattolici che la ispirano da sempre.
Più che una società, il San Mamolo Judo è una grande famiglia che accoglie chiunque intenda impegnarsi o aiutare gli altri senza distinzione di colore, religione, capacità o abilità: alcuni dei nostri ragazzi, infatti, sono affetti da deficit motori, cognitivi o sensoriali.

Le principali attività sono lo sport agonistico e l’educazione alla convivenza con il prossimo e al rispetto della persona, offrendo ogni supporto fisico e morale ai ragazzi.
La società è cresciuta con le proprie forze: all’inizio i Tecnici ed i Maestri erano piccoli atleti che, negli anni, hanno amato la società che ora contribuiscono a far crescere.

La mia cintura nera!!

Di Natascia DiCandia

Non ci credo ancora: sono diventata cintura nera! Chi se lo aspettava!
E’ una vita che pratico questo sport raggiungendo buoni risultati ma mai avrei pensato di diventare ” come il maestro” una cintura nera! E’ una sensazione stranissima che ti da soddisfazione ma allo stesso tempo, tanta responsabilità.

E’ un traguardo importante e bisogna pensare che da qui tutto deve ancora continuare…
Il giorno della gara è stato massacrante sia a livello fisico che a livello mentale.
Nonostante fosse la centesima gara, in quel momento sembrava la prima: la tensione era al massimo, tutta la situazione mi sembrava sconosciuta non vedevo niente,davanti a me vedevo e sognavo solo la vittoria.

Volevo fare felice tutti quelli che mi sono stati vicini in questa disciplina, volevo dare onore alla mia vita e alle cose che amo,volevo dimostrare che i sogni possono diventare realtà, basta volerlo.

Durante il viaggio del ritorno… una lacrima scendeva sempre dai miei occhi e percorreva sulla mia guancia un percorso, cadeva poi sul volantino” campionati italiani 2009″…
quella piccola lacrima è la stessa bambina che percorso una strada per arrivare al giorno dei campionati per avverare il suo sogno… troppa era la gioia che non riuscivo a trattenermi…

La cosa più bella è stata quando a fine gara ho ringraziato il mio maestro di tutte le cose che mi ha insegnato, di tutte le sgridate, di tutti i consigli, di tutte le promesse mantenute, di tutti i sacrifici, di tutta la pazienza, di tutto il coraggio per affrontare con me ogni situazione e soprattutto l’ho ringraziato per aver condiviso con me la gioia più grande.

Grazie a tutti i miei amici che mi hanno sempre sostenuta e che hanno creduto in me,
grazie a quelli che come continuano a lottare per raggiungere il sogno della loro vita.

Un grazie di cuore a tutti.

Natascia

Il 2008 sta finendo

Il 2008 sta finendo.
E’ stato un anno pesante ma pieno di soddisfazioni per tutti noi del San Mamolo e soprattutto per il nostro Maestro.
Da dove cominciare?? Direi dalle soddisfazioni e dai risultati, risultati non solo sportivi ma anche personali dei nostri atleti.

Sono infatti arrivate alcune lauree che ci hanno riempito d’orgoglio.
Gran bravi ragazzi, che hanno saputo terminare un lungo ciclo di studi riuscendo a mantenere anche l’impegno sportivo al quale hanno dedicato altrettanta dedizione e costanza così da poter raggiungere l’ambito riconoscimento della cintura nera.

Questa è la massima espressione della mission del San Mamolo che si prodiga continuamente nell’educare l’allievo all’impegno in ogni ambito della sua vita,
magari anche cercando di divertirsi!

In ambito sportivo il San Mamolo Judo ha raggiunto diversi risultati positivi:

In FIJLKAM, due le medaglie ottenute ai Campionati Italiani, oltre al riconoscimento come 3a squadra femminile Italiana esordienti e tanti altri ragazzi qualificati in tutte le restanti categorie. La nostra squadra è stata inoltre spesso protagonista di rilievo in tutti i tornei in cui ha partecipato.

Nel Centro Sportivo Italiano la nostra società è la prima Squadra Nazionale;
questo risultato che ricalca quello degli anni precedenti ci dimostra che il judo CSI è targato Bologna o meglio ancora San Mamolo Judo!

Anche a Lignano Sabbiadoro ho visto tanti insegnanti, pieni di se, erano sicuri di vincere, ma… 2 squadre di Bologna nei primi due posti negli esordienti A e altre due nelle prime dieci, tutte squadre seguite dal nostro Maestro.

Ma quest’anno è stato anche un anno “faticoso” per alcune importanti defezioni tra i tecnici. Siamo riusciti comunque a riorganizzarci ed ora siamo più forti e uniti di prima!!
Insomma un anno intenso e carico di belle emozioni !!

Pensate ai nostri bambini, primi nel Gran Prix Regionale, primi nel Torneo Provinciale.
Ai premi assegnateci dal CONI come “Campioni di Educazione Sportiva” e il “Riconoscimento per l’attività del settore giovanile”.
Insomma tanto è stato fatto e i risultati ne sono la prova!

Ed infine vogliamo esprimere il pensiero del nostro Maestro.
Un grande riconoscimento verso tutte quelle persone che collaborano nel San Mamolo,
verso tutti quei ragazzi che vorranno continuare questa difficile strada e verso il nostri sponsor che ci aiutano.

A Tutti Voi, Buon Natale!!

Considerazioni di un amico

Ho ricevuto la rivista ATHLON (rivista della federazione FIJLKAM) nella quale sono pubblicate le classifiche definitive delle società sportive di judo.

Nella classifica dell’anno 2008 la nostra società si è classificata 31 su 370 e a livello nazionale 55 su oltre 577, nel quadriennio 2005-2008; quarta (4°) società in Emilia Romagna e prima (1°) assoluta nella provincia di Bologna.

Tirando le somme dopo l’ultima gara del 2008, fra l’altro vinta dal S. Mamolo , 1° su oltre 60° società partecipanti, con la ciliegina sulla torta di una nuova cintura nera conquistata da Chiara Casadio.

Tutto questo è stato possibile grazie al lavoro di tutti atleti, insegnanti, genitori e sponsor, ma soprattutto grazie a due persone speciali Paolo Checchi e Stefano Rossi,
il primo è il S.Mamolo, maestro, papà, educatore, amico, il secondo in giro tutte le domeniche con i ragazzi non a caso dopo la sua venuta assieme a Paolo hanno costituito un tandem vincente portando la nostra società ai livelli attuali e lasciandoli lavorare si può aspirare ancora a salire le classifiche.

Questo sapendo che comunque siamo una società che come scopo finale ha l’educazione dei suoi allievi nella vita e non l’agonismo; ed essere prima di società che fanno dell’agonismo svolto da professionisti che come unico lavoro hanno quello di insegnare a combattere per vincere le gare, dimostra che il judo è soprattutto educazione rispetto e alla fine anche sport.

Io non amo l’agonismo fine a se stesso e preferisco il judo nella sua essenza reale come tramandatoci dal M° Kano “tutti insieme per progredire con il migliore impiego dell’energia”, ma credo che l’agonismo sia una fase importante della vita judoistica di ogni atleta, solo nella gara ogni atleta può verificare e applicare lo studio fatto in palestra.

Per finire sono felice di appartenere a questa società e condividere con Paolo e Stefano questa idea di JUDO.

M° Pietro Arnofi

Lettera di fine anno sportivo 2007-08

Siamo arrivati alla fine di un altro anno sportivo, ricco di sorprese e di conferme, e vogliamo comunicare con piacere e un pizzico di sano orgoglio i nostri risultati, che vedono protagonisti gli allievi del san mamolo judo

In quest’anno sportivo il san mamolo judo ha ottenuto:

2 nuove cinture nere: Gianluca Fabrizi e Alessandro Diliberto
18 ragazzi qualificati alle finali dei campionati italiani della federazione italiana judo
1 medaglia d’argento (con Francesca) e una medagllia di bronzo ( con denis ) ai campionati italiani
2 lauree di nostri allievi:
110 e lode in ingegneria Clio, e 108 in scienze motorie Tamara

Il Team McDonald’s San Mamolo judo ha inoltre vinto tutti i Trofei a cui ha partecipato, è la prima squadra della nostra città e della nostra provincia nel quadriennio sportivo e come ultimo successo vanta il CAMPIONATO NAZIONALE del CENTRO SPORTIVO ITALIANO.
( 5 anni su 6, la nostra scuola di judo è giunta al 1° posto )

In questa annata sportiva il nostro Maestro è stato nominato “Dirigente dell’anno,”
prestigioso premio nazionale al merito sportivo del Centro Sportivo Italiano e premiato con la cintura nera ad Honorem dal Pres. Nazionale FIJLKAM Pellicone.
Questi premi rappresentano i più alti attestati di stima per tutti coloro che nel corso degli anni hanno generosamente dedicato un ampia parte della loro vita al judo
ed ai suoi ideali,favorendone lo sviluppo e promuovendo la sua proposta sportivo-educativa.

I nostri ragazzi usciti dal San Mamolo Judo insegnano oggi presso:
le scuola elementari International School, e Kinder Haus, presso le polisportive “In Corpore Sano”, l’“A.S.D. Villaggio del Fanciullo” e il “C.S.I. Casalecchio”.

Il Maestro Paolo Checchi è stato Responsabile Regionale del Centro Sportivo Italiano, Componente del Comitato Nazionale C.S.I. e
Organizzatore regionale degli eventi sportivi della FIJLKAM.
Attualmente a fine mandato, ha riportato il nostro judo, insieme al Vice Presidente Amoruso in attivo, ed è riuscito a porre la nostra Regione in cima alle classifiche nazionali.

I nostri tecnici, preziosi collaboratori del Maestro Paolo, che ancora durante quest’anno hanno dimostrato dedizione, impegno e competenza sono:
il Responsabile Formazione del San Mamolo Judo Gianluca Frascà, ( sempre pronto a preparare i nostri ragazzi alla cintura nera )
il Coach Stefano Rossi ( sempre pronto con un sorriso a seguire i nostri ragazzi sui tatami d’Italia ) e i giovani Gianluca, Gabriele e Tamara.

UN RINGRAZIAMENTO SPECIALE E’ RISERVATO A TUTTI I BAMBINI, I RAGAZZI CHE CON TANTA PASSIONE SEGUONO QUESTA DISCIPLINA
REGALANDOCI SODDISFAZIONI E SUCCESSI.
UN GRAZIE PARTICOLARE A QUEI GENITORI CHE CON PAZIENZA E ASSIDUITA’ CI AIUTANO A PORTARE AVANTI IL NOSTRO PROGETTO SPORTIVO,
CONDIVIDENDO CON NOI I PASSAGGI PIU’ IMPORTANTI DI QUESTO PERCORSO EDUCATIVO.

Per ultimo, ma non per importanza, un ringraziamento ai nostri “preziosi fondamentali sponsor” che ci hanno sostenuto in questa annata sportiva.

Per tutti i genitori che volessero contribuire a dare continuità a questo progetto, ogni aiuto è gradito.

Il Judo

Il judo ha la natura dell’acqua. L’acqua scorre per raggiungere un livello equilibrato. Non ha forma propria, ma prende quella del recipiente che la contiene.
È indomabile e penetra ovunque.
È permanente ed eterna come lo spazio e il tempo. Invisibile allo stato di vapore, ha tuttavia la potenza di spaccare la crosta della terra.
Solidificata in un ghiacciaio ha la durezza della roccia.
Rende innumerevoli servigi e la sua utilità non ha limiti.
Eccola, turbinante nelle cascate, calma nella superficie di un lago, minacciosa in un torrente o dissetante in una fresca sorgente scoperta in un giorno d’estate

Gunji Koizumi, 8° dan (1886-1964)