Ringraziamenti

Dott. Elena Barbarella

Avevo solo sei anni quando il judo mi ha stregata.
Ricordo che ogni sera, uscendo da scuola elementare,
mi affacciavo al portone lì vicino, quello della palestra San Mamolo dove si allenavano i giovani judoka.
Mi affascinava il bianco dei loro kimoni, l’agilità e la purezza dei loro movimenti,
ma la cosa che gli invidiavo di più era la possibilità di correre e saltare a piedi nudi per tutta la palestra, questo gli dava un strano potere che in quel momento identificavo con un senso di leggerezza infinito.

Così nascosta dall’uscio, passavo ore a guardarli mentre si esercitavano pensando che forse un giorno anche io avrei potuto essere abile come loro.

Sono passati quattordici anni da allora ed eccomi qui, cintura nera di judo ed è proprio quella federazione sportiva, quegli insegnanti e quei judoka che devo ringraziare per questo mio successo.
Il judo che ho appreso dai miei maestri è qualcosa di differente dalle altre discipline sportive imparate a scuola o a cui,
nel corso degli anni, mi sono sporadicamente avvicinata, oserei dire qualcosa di meglio.
In principio non capivo esattamente cosa volesse dire il precetto che mi veniva ripetuto continuamente dai miei istruttori: “il judo è la via più efficace per utilizzare la forza fisica e mentale”.

Poi, allenamento dopo allenamento, gara dopo gara, ho capito: Il judo è un complicato sistema di leve, basato su un attento ingranaggio in cui non è importante accumulare forza né accumulare tecnica, ma capire la tecnica che ti permette di utilizzare la forza in maniera migliore.
L’obiettivo dunque è quello di imparare, in maniera fluida, cos’è l’equilibrio per poi scoprire il tuo e infine riconoscere nel tuo compagno/avversario lo stesso equilibrio,
per scardinarlo in combattimento certo, ma anche per riconoscerlo in maniera empatica nella vita di tutti i giorni.

E’ anche questa esperienza sportiva, fatta spesso di sforzo, fatica e sofferti miglioramenti che mi ha portato a essere in grado di affrontare attivamente i diversi ostacoli che si sono frapposti tra me e gli obiettivi che via via mi sono data nel corso della mia vita e, qualche volta, anche a raggiungerli con molta soddisfazione.

Ringrazio quindi la mia palestra e i miei Maestri Paolo e Stefano che, attraverso l’impegno e l’energia dedicatami in mille allenamenti e gare,
mi hanno spinto e sostenuto permettendomi di ottenere questo tanto agognato risultato.

Grazie di cuore.

Elena