Un 2017 pieno di soddisfazioni !!

La scuola del San Mamolo judo ha partecipato ad oltre 40 eventi sportivi così suddivisi:
22 gare nazionali ed internazionali di shiai
10 gare nazionali ed internazionali e ritiri di judo kata.
7 meeting giovanili.
1 ritiro estivo.
Oltre a questi appuntamenti la squadra ha partecipato a tutti gli allenamenti regionali tenutisi presso la Polisportiva Villaggio del Fanciullo.
Sono arrivati questi risultati:
Campioni Italiani di judo kata.
Argento al Campionati Europei di judo kata.
Argento ai Mondiali under 35 di judo kata.
Bronzo ai Campionati Italiani Esordienti.
Oro e vincitrice del Gran Premio Nazionale del Centro Sportivo Italiano.
Fra gli atleti sono stati promossi 3 nuove cinture nere e 3 nuovi allenatori.

La generosità in un sorriso!!

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Un sorriso che vale un oro

Campionato Europeo di Judo Kata 2017 da Malta

Anche questa volta mi sono emozionato. Mi è scesa una lacrima seguendo le mie ragazze. Sabato un argento stretto stretto e oggi un 5 posto che grida vendetta. Ma quante emozioni. Sempre lì in alto fra i grandi con il vostro splendido sorriso. Un sorriso che supera alla grande certe ingiustizie.
Un sorriso che vale un oro nella vita! Un sorriso che cattura il cuore.
Grazie mie dolcissime bimbe.

Maestro Paolo

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Gran Prix di judo kata Memorial Bisi

Buon giorno,
oggi voglio raccontarVi una piccola una piccolissima storia. Solo pochi minuti.

Oggi 1 maggio si è svolto il Gran Prix di judo kata a Reggio Emilia, ultima tappa prima degli europei che si svolgeranno sabato e domenica prossimi a Malta. Laura e Carlotta sono in testa alla classifica del Gran Prix e nella tappa più vicina a casa ci tengono a fare bella figura di fronte a molti maestri della nostra regione che sono venute a vederle. Vincono tranquillamente la loro poul e vanno in finale. Tutti i migliori atleti Nazionali si giocano la medaglia e Laura e Carlotta anche questa volta non si fanno prendere dall’emozione vincono le due classifiche. La classifica Assoluta e la classifica Under 30.
Mentre ricevono il loro meritato applauso dal pubblico e ben due medaglie d’oro, si accorgono che la coppia quarta classificata in un angolo del palasport era in lacrime per il podio sfiorato.
Appena finita la premiazione le nostre ragazze prendono da parte le avversarie, le abbracciano e con un gesto dolcissimo gli regalano la loro medaglia d’oro.
Come far tornare il sorriso……
Saluti dal M Paolo

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Storia di un papà …. Maestro di judo…

Oramai dovrei essere avvezzo alle gare, sono freddo nel momento dell’incontro e sento di aver l’incontro tatticamente in mano, dopo aver visto 4 olimpiadi, 10 mondiali e 3 europei……ma questi due giorni per me sono stati particolarmente faticosi. Avevo mia figlia più piccolina “Anna”, che rientrava in gara dopo aver subito lo scorso anno due infortuni. Le mie figlie sentono molto la tensione della gara sicuramente perché vivono con un papà “scomodo”. Da anni le seguo entrambe per il mondo soffrendo e gioendo solo come un papà può fare. Esternamente senza mai intervenire lasciandole con il loro allenatore. Solo quando mi chiedono dei consigli intervengo.

Anna sabato notte non è stata bene e durante la notte ce la siamo vista arrivare in camera. Domenica quindi ero preoccupato per la sua salute. Per di più combatteva per la prima volta nella categoria superiore ed era anche la più giovane.

Anna tutto cuore, quel cuore che non le manca mai quando combatte!

La mia piccola Anna sul tatami con le sue avversarie, quel cuoricino che lotta fino alla fine con tanta grinta e tenacia. Con la voglia di mostrare “tanto” a se stessa e al suo papà. Avevo provato a parlarle prima della gara, avevo provato a tranquillizzarla, perché fosse serena, perché fosse tranquilla.

Anna domenica ha battuto tutte le sue tre avversarie per IPPON e a fine gara è andata ad abbracciare sorridente il suo allenatore…..e i suoi compagni.

Che bella domenica…….mentre da lontano la vedo felice in mezzo hai suoi compagni di squadra abbracciati, sollevare la coppa della squadra.
Ma che fatica tenere dentro queste emozioni.

La Cintura Nera per Lorenzo

Scrivo queste righe con ben 2 anni di ritardo (meglio tardi che mai), quindi non ho più fresche le sensazioni dell’esame, anche se la prima volta che ho indossato la cintura nera non la scorderò mai. Essendo passato tanto tempo però, ho capito sempre di più quanto il Maestro Paolo ha ragione quando dice che la conquista del 1° Dan è un punto di partenza e non di arrivo, infatti sto imparando più adesso che prima di aver dato l’esame. La conquista del 1° Dan è un punto di partenza perché è il momento di cominciare a trasmettere le proprie conoscenze ai compagni di squadra più giovani ed aiutarli a crescere come atleti ma soprattutto come persone (visto che il judo è prima di tutto un’arte marziale) ed è un dovere per ogni cintura nera essere un buon esempio. Avendomi poi Paolo fatto il grandissimo onore di nominarmi capitano, nonostante potesse scegliere judoka molto più vincenti di me, sento ancora di più il dovere di dare l’esempio ai miei compagni di squadra. I primi tempi questo dovere che sento mi schiacciava, adesso invece mi sprona ad impegnarmi sempre di più per i compagni che lottano al mio fianco sul tatami e fuori. Per tutto questo devo ringraziare il Maestro Paolo che mi ha insegato e aiutato a crescere (non solo come atleta) e mi ha reso parte della grande famiglia che è la nostra squadra; Gianluca che, se da bambino vedevo, sbagliandomi enormemente, come un sadico torturatore, ora non posso ringraziare abbastanza perché mi ha allenato con grande passione, dedizione e pazienza per anni; Cesare con la sua sterminata conoscenza del Judo che mi è stata ed è tuttora preziosissima; Eleonora e Francesco che sono stati i miei compagni di esame e che per un anno si sono preparati con me per l’esame. Infine, ma non perché meno importanti, voglio ringraziare con tutto il mio cuore Laura, Carlotta, Barbara, Marco, Patrick, Vender, Santa e tutti i miei compagni di squadra, dai più piccini ai veterani.

Conquistare il 1° Dan non rende campioni ma lotterò con tutte le mie forze perché i mei compagni di squadra lo possano diventare.

Lorenzo Gentile

 

Prima o poi doveva succedere …..la cintura nera di Patrick

Prima o poi doveva succedere!

Ancora non ci credo, sono una cintura nera di judo, quante volte l’avevo pensato e adesso lo sono davvero.
Mi sembra incredibile pensare che avevo cominciato judo solo per un consiglio di un medico perché avevo i piedi piatti, sarebbero bastati pochi anni, e invece dopo 13 anni non riesco a pensare di non fare judo.
E poi come non parlare di Marco, in questi ultimi mesi penso di aver visto lui più di chiunque altro; senza dubbio ci sono stati momenti in cui non ci siamo sopportati, ma abbiamo resistito, così come abbiamo resistito a tutte le volte che ci hanno detto che per noi sarebbe stato più difficile perché troppo diversi fisicamente; hanno anche provato a separarci per fare l’esame, ma, troppo testardi per capire che lo dicevano per noi, abbiamo preferito rischiare e andare insieme fino alla fine.
È incredibile quante persone ci abbiano aiutato per arrivare a questo risultato, a partire da tutti i ragazzi che nell’ultimo hanno sempre dovuto rinunciare all’ultima riga del tatami per due come noi (che non siamo certamente la grande coppia Bugo-Checchi); il maestro Cesare che ha avuto il coraggio di insegnare ben due kata a me e Marco (noi che kata non sappiamo nemmeno come si scrive), ha compiuto un’impresa davvero unica; Gianluca che mi ha formato in tanti anni di duri allenamenti, in particolar modo mi ha insegnato quella “maledetta” tecnica per più di un anno; il Maestro Paolo che mi ha accolto nella sua palestra quando avevo 6 anni e mi ha insegnato tanto, a partire dal rispetto per i compagni e per gli avversari (cosa non da poco), mi ha sopportato e supportato quando ne ho avuto bisogno, ma la cosa più importante che ho imparato da lui in questi anni è che bisogna metterci il cuore sempre e comunque, in tutto quello che si fa; e per ultima, ma assolutamente non meno importante Laura che ci ha sempre seguiti in questo percorso, anche quando si sarebbe potuta riposare, un ringraziamento speciale va a lei per la pazienza che ha avuto con noi (perché sinceramente io marco potremmo risultare un pochino pesanti quando siamo insieme).
Quasi dimenticavo, ma la sensazione di fare il saluto dall’altra parte è qualcosa di incredibile.
Auguro a tutti di poter provare l’esperienza della cintura nera, sia per punti che per esame.

Patrick Covato

Marco e la conquista della …….. mia cintura nera

A sei anni ho iniziato judo da cintura bianca, ho sempre visto la cintura nera come una obiettivo praticamente irraggiungibile. Compiuti 18 anni ho conseguito l’esame per diventare cintura nera primo dan. L’esame è stato duro, ha richiesto una preparazione di un anno intero nel quale mi sono dedicato solo a quello. L’ansia che si prova prima dell’esame diventa una prova psicologica, perché anche se sei sicuro di saper fare tutto non sai mai come potresti reagire alla tensione che proverai davanti alla commissione. Finito l’esame sono stato considerato idoneo ad indossare la cintura nera. La gioia che si prova è quasi indescrivibile, sentire realizzato un sogno che porti avanti per dodici anni è bellissimo. Tutto questo è stato possibile grazie alla grande disponibilità della mia palestra che in tutti questi anni mi ha seguito e aiutato. Consiglio a tutti di fare l’esame perché la considero un’esperienza che cambia totalmente l’approccio a una disciplina che ormai puoi dire che ti appartiene, e capisci anche che per quanti anni puoi praticare judo avrai sempre da imparare ogni giorno.
Marco Bugo