La Cintura Nera per Lorenzo

Scrivo queste righe con ben 2 anni di ritardo (meglio tardi che mai), quindi non ho più fresche le sensazioni dell’esame, anche se la prima volta che ho indossato la cintura nera non la scorderò mai. Essendo passato tanto tempo però, ho capito sempre di più quanto il Maestro Paolo ha ragione quando dice che la conquista del 1° Dan è un punto di partenza e non di arrivo, infatti sto imparando più adesso che prima di aver dato l’esame. La conquista del 1° Dan è un punto di partenza perché è il momento di cominciare a trasmettere le proprie conoscenze ai compagni di squadra più giovani ed aiutarli a crescere come atleti ma soprattutto come persone (visto che il judo è prima di tutto un’arte marziale) ed è un dovere per ogni cintura nera essere un buon esempio. Avendomi poi Paolo fatto il grandissimo onore di nominarmi capitano, nonostante potesse scegliere judoka molto più vincenti di me, sento ancora di più il dovere di dare l’esempio ai miei compagni di squadra. I primi tempi questo dovere che sento mi schiacciava, adesso invece mi sprona ad impegnarmi sempre di più per i compagni che lottano al mio fianco sul tatami e fuori. Per tutto questo devo ringraziare il Maestro Paolo che mi ha insegato e aiutato a crescere (non solo come atleta) e mi ha reso parte della grande famiglia che è la nostra squadra; Gianluca che, se da bambino vedevo, sbagliandomi enormemente, come un sadico torturatore, ora non posso ringraziare abbastanza perché mi ha allenato con grande passione, dedizione e pazienza per anni; Cesare con la sua sterminata conoscenza del Judo che mi è stata ed è tuttora preziosissima; Eleonora e Francesco che sono stati i miei compagni di esame e che per un anno si sono preparati con me per l’esame. Infine, ma non perché meno importanti, voglio ringraziare con tutto il mio cuore Laura, Carlotta, Barbara, Marco, Patrick, Vender, Santa e tutti i miei compagni di squadra, dai più piccini ai veterani.

Conquistare il 1° Dan non rende campioni ma lotterò con tutte le mie forze perché i mei compagni di squadra lo possano diventare.

Lorenzo Gentile