I miei primi 30 anni
Proprio in questi giorni ho compiuto 30 anni.
30 anni passati sulla materassina a praticare il judo. Prima come allievo dell’indimenticabile maestro Otello Zanatta e poi come atleta agonista, aiuto del maestro e, infine, dal 1994 come maestro.
A consigliarmi di praticare il judo fu mio fratello Antonio. Per lui, agonista nato, il judo era il “massimo”, il modo migliore per scaricare le tensioni e, soprattutto, per gestire l’irruenza dello scatenato fratellino minore. Per me fu amore a prima vista ! Ero felice quando, finalmente arrivava il momento di indossare il judogi, di salire sul tatami, di vedere il maestro, di ascoltare i suoi insegnamenti, di provare a metterli in pratica con i miei amici compagni di corso.
Insomma, io sulla materassina mi sentivo a mio agio. Stavo così bene che, poco alla volta, cresceva in me anche il desiderio di trasmettere ai più piccoli quello che avevo imparato.
Non mi fu difficile riuscirci, le persone che mi circondavano allora e mi circondano ancora oggi (Don Novello, Romano, Marisa) mi hanno capito e incoraggiato.
L’ambiente del San Mamolo è l’ideale perché vi è tanta serenità, tanta complicità e tanta attenzione nei confronti dei bambini. Un ricordo particolare e sentito va al maestro Ezio Sermasi che è stato per molti anni mia buona guida nell’ambiente del judo e che mi ha insegnato ad apprezzare le emozioni che si provano nel far crescere i ragazzi attraverso la disciplina sportiva.
Oggi al San Mamolo ci sono tanti giovani che stanno intraprendendo la strada dell’insegnamento e per me è una grande soddisfazione vedere in loro quell’entusiasmo che mi ha sempre coinvolto e che tutt’ora continua a prendermi quando sono in mezzo a loro.