L’arbitro

di Luca Fabbri

Il ruolo dell’arbitro non è mai un compito facile, nel judo in particolar modo.

Nel suo operato l’arbitro è affiancato da altri due giudici, chiamati giudici di sedia, con cui l’arbitro può consultarsi in caso d’indecisione, o in caso di parità.
L’arbitro dirige il combattimento utilizzando gesti e parole chiave, necessari per indicare ai giudici di tavolo i vari punteggi da assegnare ai judoka per le tecniche che eseguono, e in caso di pericolo per sospendere l’incontro.
L’arbitro può anche assegnare penalità ad uno dei due atleti in caso questi sia passivo nel combattimento o commetta scorrettezze. Tali penalità si trasformano in punti per l’avversario, detti punti judo.

La scala dei punteggi è una scala graduata, ad ogni punto corrisponde un livello di qualità della tecnica o un certo numero di scorrettezze dell’avversario. La qualità della tecnica che l’arbitro deve giudicare è in relazione a come cade uke (chi subisce la tecnica), alla velocità d’esecuzione, alla forza con cui è eseguita e alla precisione d’esecuzione. Nel caso in cui la tecnica si eseguita con massima rapidità e uke sia proiettato nettamente sulla schiena l’arbitro può assegnare l’ippon, ovvero il punto massimo raggiungibile con cui si chiude immediatamente l’incontro. In altri casi si ricorre a punteggi minori. La durata degli incontri varia in relazione alla categoria d’età e sarà il tavolo a decretare la fine suonando una campanella. Se al termine dell’incontro nessuno dei due atleti ha svolto tecniche da ippon il vincitore sarà decretato in relazione ai punti judo guadagnati e in caso di parità si ricorrerà all’hantei, ovvero al giudizio congiunto d’arbitro e giudici di sedia.

Nel corso di una sessione di gare i giudici di sedia e l’arbitro possono alternarsi e questo permette sempre una certa equità nei giudizi.
L’arbitro durante l’incontro deve essere molto attento e sempre in una buona posizione di vista deve essere sempre in grado di capire se è necessario sospendere l’incontro in caso di pericolo o di scorrettezze.
In questi ultimi anni si sono effettuate molte modifiche ai vari regolamenti e ai vari criteri di scelta per l’assegnazione dei punteggi e delle penalità e gli arbitri sono sempre soggetti a continui corsi d’aggiornamento che permettono di mantenere un buon livello di preparazione e affidabilità